mercoledì 31 marzo 2010

La difesa personale

Ci si chiede spesso se l'Aikido possa essere una disciplina utile ai fini di difesa personale. La vita di oggi crea un continuo sentore di insicurezza, le persone si sentono sempre più sole e il mondo esterno viene percepito come una continua minaccia, alla quale si deve rispondere "armandosi" di sistemi per proteggere sé stessi. Da qui il proliferare di sistemi per la difesa personale, sia sotto forma di prodotti più o meno letali, sia di corsi che utilizzano ai fini di difesa alcune tecniche derivate dalle arti marziali.
L'Aikido, essendo anch’esso un'arte marziale, potrebbe, in un tale contesto, rappresentare un metodo per la difesa personale. Il fine dell'Aikido non è però difendersi dagli attacchi: ogni azione che noi consideriamo difesa altro non è se non un contrattacco, più o meno dannoso nei confronti di colui che ci attacca. L'Aikido non insegna a neutralizzare l'avversario arrecandogli un danno tale da non essere in grado di continuare a combattere, tale condizione non fa altro che creare le premesse per ulteriori e più gravi conflitti. Il fine dell'Aikido è di creare, attraverso la tecnica, delle situazioni in cui l'attacco non esiste, se non vi è attacco, o meglio, se esso diventa inefficace, un’eventuale azione di difesa è superflua. A questo punto l'avversario può desistere dall'intenzione di attaccare di nuovo, essendo il suo primo attacco andato a vuoto e non avendo egli stesso subito danni, in tale situazione si ricrea una situazione di equilibrio ed armonia, che è il fine ultimo dell'Aikido. Nella vita però non è sempre così, l'avversario può decidere invece di attaccare di nuovo, e in questo caso l'Aikido, grazie al suo bagaglio tecnico, può offrire numerose tecniche atte ad immobilizzare e neutralizzare l'avversario, qualunque sia la sua mole. In estrema sintesi possiamo affermare che l'Aikido permette di difendersi adeguatamente dagli attacchi, senza che sia necessario causare danni agli avversari.
Per sviluppare tali capacità in Aikido si inizia a praticare da subito con altre persone, in tal modo si può comprendere come ogni persona si muova ed attacchi in maniera differente. Una stessa tecnica non è mai standardizzata ma, attraverso la relazione con l'altro praticante, cambia continuamente, adattandosi alle diverse situazioni e alle diverse persone, come nella vita reale. Solo attraverso una pratica costante possiamo acquisire un bagaglio tecnico adeguato, ma soprattutto raggiungere un livello di consapevolezza e di calma interiore che può permetterci di affrontare le diverse situazioni della vita, anche minacciose.

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